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Relazione Storica - Arch. Giuliana Mussetto
Il monastero femminile di S. Maria di Rifreddo, che dal XVI secolo venne trasferito a Saluzzo e prese poi il nome di S. Maria della Stella fu fondato nel 1219 a Rifreddo da Agnese, figlia di Manfredo II Marchese di Saluzzo.
Per la costruzione del monastero Agnese acquistò dalla madre, la contessa Alasia vedova del marchese Manfredo II di Saluzzo, il paese di Rifreddo con tutti i diritti e le relative pertinenze e negli anni che seguirono il monastero acquistò i terreni di Revello e Envie.
Alla fine del XVI sec. in piena Controriforma, l'abbazia di Rifreddo fu chiusa in ossequio alle regole del Concilio di Trento, ispirate al criterio di spostare le istituzioni conventuali femminili in città sotto il controllo diretto dei Vescovi, anziché in località isolate, esposte ad escursioni, saccheggi, atti di barbarie da parte di soldatesche indisciplinate o di eretici ribelli.
Il 2 ottobre del 1592 le monache si trasferirono a Saluzzo, presero in affitto il palazzo dell’Arcidiacono della Cattedrale Michele Antonio Vacca, quello che avevano abitato le monache di S. Chiara.
3 aprile del 1596 acquistarono il palazzo, compreso il giardino, cortile e rustico, dal figlio dell’Arcidiacono Ludovico Vacca.
Il convento delle clarisse acquistato dalle Monache di Rifreddo era una costruzione quadrilatera del xv secolo con porticato e galleria a colonnette di marmo.
Di questo edificio possiamo ancora vedere il chiostro con un porticato ad archi gotici al piano terreno, un loggiato archiacuto chiuso al primo piano, una loggia aperta con colonne al secondo (attualmente il piano terreno ospita il centro diurno socio terapeutico “Le Nuvole”).
Nei primi anni di residenza a Saluzzo le monache si servirono dell’antica chiesa delle Clarisse.
Negli anni successivi le monache fecero acquisto di molte case circostanti al suddetto edificio Vacca e nel 1611 costruirono una nuova chiesa rivolta a settentrione, verso le mura della città, come si può vedere nel disegno di Giovenale Boetto tratto da Theatrum Sabaudiae del 1662, contrassegnata con il n. 18.
Questa chiesa venne demolita tra la fine del XVIII sec. e inizio del XIX sec. e in seguito venne costruito l’edificio (edificio che adesso ospita la Caritas) tutt’ora esistente.
L’unica parte della chiesa che venne mantenuta fu il muro di facciata, utilizzato come muro di spina del nuovo edificio che nel sottotetto presenta gli affreschi della facciata della chiesa del 1611. Dai recenti scavi archeologici effettuati nel cortile della Caritas sono stati rinvenuti i resti delle fondamenta murarie della Chiesa del 1611.
Fine del XVII sec. inizio XVIII sec. le monache eressero una nuova chiesa (quella attuale) orientata perpendicolarmente alla prima, con la facciata rivolta a levante su di una via che in seguito prese il nome di Via Rifreddo proprio perché su di essa si affacciava il monastero delle monache di Rifreddo.
Probabilmente fu necessario procedere alla nuova edificazione in quanto il monastero in questi anni si era ampliato a levante, verso la via di Rifreddo, e quindi veniva scomodo sia alle monache che ai fedeli l’acceso alla chiesa precedente rivolta a settentrione verso le mura della città.
Si sa che questa chiesa fu edificata sul disegno di Fra Giacinto Poncino, converso domenicano, ma non si conosce la data precisa. Si sa per certo che il Mons. Morozzo, vescovo di Saluzzo dal 1698 al 1729, pose la pietra fondamentale di questa chiesa e venne dedicata a Santa Maria della Stella.
Questo edificio di stile barocco è composto dalla chiesa esterna (per i fedeli) e dal coro monacale o chiesa interna (per le monache) disposto perpendicolarmente alla prima.
Il coro monacale era utilizzato esclusivamente dalle monache, si riunivano per pregare, per cantare ed incontravano il vescovo quando faceva visita al monastero.
Disposti su tre pareti vi erano gli stalli in noce.
La chiesa esterna si affaccia sulla piazzetta della SS Trinità, l’interno e costituito da un corpo centrale coperto da una volta a cupola dipinta prima del 1743, ai lati ci sono due cappelle con altari in marmo costruiti nel 1751, quello a destra dedicato alla Beata Vergine del Rosario e quello a sinistra a San Bernardo Abate.
L’altare maggiore è in legno scolpito con un bel ciborio pure in legno, è ornato con colonne, capitelli e putti in parte dorato ed in parte definito a foggia di marmo.
Al centro dell’altare vi era un dipinto su tavola rappresentante S. Maria della Stella, cioè la B. Vergine con Gesù Bambino e a destra e a sinistra rispettivamente i Santi Benedetto e Bernardo Abate.
Questa immagine sacra venne sostituita dai confratelli della Confraternita della Croce Rossa con un quadro ovale della S.S. Trinità, in seguito quando la chiesa passò ai PP Gesuiti questo fu rimosso dall’altare e sostituito con emblema scolpito in legno con raggiera indorata che vediamo tuttora.
Nelle due nicchie laterali di quest’ altare vi erano statue di Sante Cistercensi di grandezza naturale, il P. Carlo Torti (P. Gesuita) le sostituì con quelle di S. Francesco Saverio e di Luigi Gonzaga.
Dietro all’altare vi era (ed è stata ripristinata con i lavori di restauro) una apertura con grata in legno con velo che permetteva alle monache di intravedere il S. Sacramento posto sull’altare .
Gli ambienti interni erano quelli a cui potevano accedere le monache e non erano in comunicazione diretta con quelli esteriori.
Comunicanti con questi solamente con finestre aventi grate e tende che ne impedivano la visuale e il passaggio da un ambiente all’altro.
In questo monastero, per permettere alle monache la partecipazione alle sacre funzioni, gli ambienti di clausura, presenti sia al piano terreno che al piano primo, si affacciavano sulla chiesa per mezzo di finestre con grate e tende, ancora attualmente visibili.
Nella visita pastorale al monastero del 19 marzo 1701, il Vescovo Morozzo, ordinò che al più presto possibile si procedesse alla costruzione di un nuovo edificio per poter stabilire la dovuta separazione delle educande e delle novizie dalle monache, ed inoltre separare le religiose che avevano legami di consanguineità.
In ossequio a tali disposizioni date da Mons. Morozzo, le monache di Rifreddo negli anni 1727-1728-29 fabbricarono un vasto edificio rivolto a levante lungo la via di Rifreddo affiancato alla loro nuova chiesa su disegno di Fra Pio Giacinto.
Il Governo rivoluzionario francese con decreto del 31 agosto 1802 soppresse gli ordini religiosi piemontesi e si impossesso dei loro beni e delle loro case.
Il 1 gennaio 1803 la chiesa di S. Maria della Stella fu riaperta al pubblico.
Fu presa in affitto da Sebastiano Cravero per conto del Can. Francesco Buglione di Monale che pochi mesi dopo acquistò, attraverso trattative private, i mobili e arredi della chiesa.
Il 21 luglio 1807 i conventi e monasteri vennero messi all’asta. La chiesa di S Maria della Stella
e la parte nuova del monastero divennero poi proprietà di Martina Vincenzo che come i suoi eredi preservò la chiesa da usi profani.
Il 10 settembre 1805 fu concesso provvisoriamente alla Confraternita della Croce Rossa (SS Trinità) da parte del Vescovo di officiare nella chiesa suddetta di S Maria della Stella.
I confratelli della Confraternita della SS Trinità cambiarono la denominazione della chiesa in Chiesa della SS Trinità o della Croce Rossa.
Il 14 ottobre 1869 la Confraternita della SS Trinità aveva consentito ai P.P. Gesuiti, Tarditi e Torti, di esercitare i loro Sacri Ministeri nella Chiesa S. Maria della Stella ufficiata ancora dalla Confraternita.
Il 6 ottobre 1873 la Chiesa S. Maria della Stella divenne proprietà dei PP Gesuiti. Il contratto fu concluso da P. Pietro Vigna con la vedova Riccati, Adelaide Della Chiesa di Cervignasco.
I PP Gesuiti rinominarono la chiesa con il nome di Sacro Cuore di Gesù.
Negli anni 1880-1889 venne aperto un Oratorio festivo, sotto il titolo S. Cuore di Gesù, per l’educazione cristiana dei giovani.
Fu diretto dal P. Luigi Testa. Per le funzioni dell’Oratorio del S. Cuore veniva utilizzato il coro monacale, in quanto ampio e provvisto di altare.
Nel 1958 venne soppressa la residenza a Saluzzo dei P.P. Gesuiti e il 1°ottobre dello stesso anno lasciarono la città.
Nel 1959 la Compagnia del Gesù offrì la chiesa alla diocesi di Saluzzo ma non fu accettata perché la mancanza di clero rendeva difficile l’officiatura e inoltre l’assenza di popolazione nella zona non richiedeva un edificio di culto.
Il 6 marzo del 2007 la Fondazione Cassa Risparmio di Saluzzo acquista la Chiesa di S.Maria della Stella e dopo alcuni anni inizia l’intervento finalizzato al recupero di questo edificio storico, che aveva ormai raggiunto un elevato stato di degrado dopo anni di abbandono, e alla sua riconversione in un centro polifunzionale per eventi culturali come convegni, conferenze, concerti, esposizioni e mostre.